Tutto esaurito a villa Trossi per ricordare il Borzacchini

Tutto esaurito a villa Trossi per ricordare il Borzacchini

Un momento dell’incontro a vill Trossi Uberti

C’è stato un attimo, poco prima della conclusione, in cui un
improvviso colpo d’aria ha fatto traballare (non è certo la sede,
questa, per scrivere <pericolosamente oscillare> come imporrebbero i
manuali di cronaca) lo schermo alle spalle del palco. Certo, sono
suggestioni: ma come si fa a non pensare, anzi a sognare che quello
spifferone imprevisto altro non fosse che un segno metafisico. Forse
entusiastico saluto di eolica approvazione, forse liberatorio sbuffo da
sfinimento, questo non lo sapremo mai, comunque segno della presenza
tra noi del Maestro a cui si rendeva omaggio: Giorgio Marchetti,
ovvero Ettore Borzacchini.
A sei anni dalla scomparsa del grande umorista, lucchese di nascita e
di professione (architetto e urbanista di fama), ma livornese fin
nell’ultima periferia linfatica, e a ventisei dalla
nascita della congrega di cui era essenziale colonna, il Sodalizio
Muschiato ha ricordato con una straordinaria serata fuori cartellone a
Villa Trossi
Uberti di Ardenza quello che lo scrittore Marco Malvaldi, ospite di
riguardo (anche se pisano) dell’evento, ha definito e definisce da
sempre uno dei suoi maestri, fonte d’ispirazione
letteraria tra le più significative dell’ultimo mezzo secolo.
E così, di fronte a un pubblico da record (240 posti a sedere, più o
meno altrettanti i biglietti invenduti per rispetto alle norme Covid)
che, sotto la regia dell’impeccabile organizzazione curata da Roberto
Napoli, ha riempito ai confini del possibile il parco, è andata in
scena una rassegna, inevitabilmente sommaria ma efficacissima, delle
straordinarie scorribande linguistiche che il Borzacchini ha condotto
per una vita negli anfratti sublimi e fetidi della cultura volgare
livornese. Dove per volgare, a scanso di frettolosi equivoci e
insopportabili arroganze extraterritoriali, si intende la cifra storica e
stilistica della lingua, non il becerume, per capirci, di un qualsiasi
dibattito parlamentare.
Sul palco, dominato con insospettabile sobrietà dal Camerlengo del
Sodalizio Muschiato, Stefano Caprina-Capras in coppia con il maestro
Federico Sardelli, dopo il saluto del <capo gabinetto> Salvatore
Lojacono che ha letto anche un messaggio dell’assessore alla cultura
Simone Lenzi, si è alternata in letture di brani, narrazioni di
aneddoti, gag, vignette e mirabili esibizioni poetiche e musicali
tratte dalla sua sconfinata produzione una folta schiera di amici e
grandi estimatori del Borzacchini. Oltre al già citato ed entusiasta
Malvaldi, intervistato da Beppe Mascambruno, Ettore Visibelli, Giorgio
Algranti, Renato De Rosa, Fabio Leonardi, Francesco Genovesi, meglio
noto come il Prophaeta Checche di Montenero, Alberto Gualandi, Stefano
Seghetti, Giancarlo Landi e un irresistibile Marzio Matteoli,
chansonnier inopinatamente prestato alla medicina a San Miniato, che
ha presentato in anteprima assoluta <E la favavaju>,  rara pagina di
tardo esistenzialismo francese caro a Charles Aznavour, narrante le
delusioni di un amore non ricambiato.

Il sindaco Luca Salvetti e Signora


Tra il pubblico, oltre ai figli di Giorgio Marchetti
, al sindaco Luca Salvetti con la signora, accolti dal presidente della Fondazione Trossi Uberti,tanti altri suoi amici della prima ora, il
maestro Marc Sardelli (altra colonna insieme con Alberto Fremura del
Sodalizio Muschiato), Stefano Favati, Angelo Valentini, patron
quest’ultimo di quei <Vinarelli> di Torgiano (disegni con i pennelli
inzuppati nel vino), una delle escursioni preferite del Borzacchini e
di tutti i suoi amici più cari. Quelli che, alla fine, sono saliti sul
palco per intonare tutti insieme l’inno del Sodalizio Muschiato a
chiusura di una serata. Con tanta gioia e divertimento, perchè la vita
è più vita se sorridi. Degli altri e, soprattutto di te stesso. I
discorsi li porta via il vento. Ecco, ora è chiaro cos’era quel
refolo.

Beppe Mascambruno, scriba chino del sodalizio mvschiato

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Riccardo Repetti

Nato a Livorno il 4 luglio 1956, compiuti gli studi superiori in specializzazione tecnica, ha coltivato da subito la grande passione per il giornalismo accompagnata dall’amore per la fotografia . Risale al 1986 il primo incarico professionale per la redazione livornese de "La Nazione", che dura fino al 1988, quando a ingaggiarlo è "Il Tirreno", Dal 1992 è iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, elenco pubblicisti. Concluso il rapporto di lavoro con "Il Tirreno”, dopo 31 anni il 31/12/2019 , dal primo gennaio di quest'anno svolge la libera professione. Attualmente dirige il notiziario on line pentanewslivorno

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