SINISTRA COLLESALVETTI RIBADISCE IL NO ALLA BIORAFFINERIA

SINISTRA COLLESALVETTI RIBADISCE IL NO ALLA BIORAFFINERIA

Qua di seguito il comunicato della Sinistra di Collesalvetti

Stagno 18 Luglio 2020. Abbiamo partecipato alla manifestazione di sabato 11 luglio per ribadire con la nostra presenza il NO a qualsiasi progetto nuovo su un’area satura dal punto di vista delle problematiche ambientali

Non ci sembra che da parte di altre forze politiche ci sia una presa di posizione chiara, netta ed inequivocabile contro la realizzazione di nuovi impianti

C’è chi dice di lavorare per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti e per attuare i principi dell’economia circolare quando la bioraffineria non ha proprio nulla di circolare. Sentiamo rivendicare i temi della partecipazione quando il candidato alla presidenza della regione Giani in maniera perentoria vorrebbe imporre termovalorizzatori con la minaccia di raddoppiare le tasse. Leggiamo comunicati in palese contraddizione fra di loro di chi prima si vanta di indossare “la maglietta bianca” contro inceneritori e bioraffineria per poi sostenere a gran voce la necessità di un termovalorizzatore invocando lo stop alle influenze ambientaliste della sinistra. C’è chi a Stagno dice di essere contro la bioraffineria per poi disertare in consiglio regionale la votazione di una mozione che avrebbe potuto annullare i protocolli di intesa fra Eni e Regione

Crediamo a questo punto ci sia la necessità davvero di aprire una profonda discussione a tutti i livelli su cosa veramente vogliamo per il nostro territorio, dove il problema ambientale noto da decenni continua ad essere troppo sottovalutato dalle istituzioni locali e regionali. Chiediamo che sia garantito un futuro sostenibile fatto di investimenti in sicurezza, di vera innovazione, capaci di conciliare il DIRITTO AL LAVORO e il DIRITTO ALLA SALUTE. In questo senso i dati INAIL del 2019 sulle malattie professionali nei siti SIN parlano chiaro: il rischio per la salute di natura ambientale e occupazionale è correlato. Nei 44 siti sono stati riconosciuti nel periodo 2010-2014 più di undici mila casi di malattia professionale con eccessi significativi proprio nel sito di Livorno. È proprio di questi giorni la notizia di un incendio verificatosi nella raffineria con danni seri all’impiantistica e ferimento di alcuni operai per fortuna senza gravi conseguenze, frutto questo anche dei tagli proprio sulla sicurezza. Proprio in data circostanza le centraline Arpat che devono verificare i livelli di sostanze inquinanti per scongiurare pericoli ai residenti non erano funzionanti, tuttavia molte ore più tardi le registrazioni evidenziavano livelli di anidride solforosa ben oltre le medie giornaliere. Ci auguriamo che l’ufficio tecnico del comune faccia quanto prima luce sull’accaduto.

Non è più possibile accettare un modello di sviluppo che non garantisce futuro e prospettive per il nostro territorio. Lo si deve ai cittadini che hanno pagato e continueranno a pagare le conseguenze sanitarie e ambientali di questo modello eccessivamente impattante. Lo dobbiamo agli stessi lavoratori e lavoratrici di ENI ai quali abbiamo sempre dimostrato pieno sostegno e di cui comprendiamo le preoccupazioni del momento. Lo diciamo a chiare lettere: non è più possibile scegliere fra lavoro e salute e basta ricorrere al ricatto occupazionale per cercare di giustificare nuovi progetti con  la salute e la sicurezza dei lavoratori che passano in secondo piano. Il riciclo, i lavori di bonifica, una riconversione della raffineria possono garantire molti posti di lavoro, di più di quelli che vengono prospettati da impianti di cui ancora non sono chiari i dettagli tecnici e con molte criticità di difficile risoluzione. Riteniamo  che questa sia la direzione da intraprendere e la politica in questo senso deve agire con coraggio per dare un futuro alle prossime generazioni.

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Riccardo Repetti

Nato a Livorno il 4 luglio 1956, compiuti gli studi superiori in specializzazione tecnica, ha coltivato da subito la grande passione per il giornalismo accompagnata dall’amore per la fotografia . Risale al 1986 il primo incarico professionale per la redazione livornese de "La Nazione", che dura fino al 1988, quando a ingaggiarlo è "Il Tirreno", Dal 1992 è iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, elenco pubblicisti. Concluso il rapporto di lavoro con "Il Tirreno”, dopo 31 anni il 31/12/2019 , dal primo gennaio di quest'anno svolge la libera professione. Attualmente dirige il notiziario on line pentanewslivorno

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