Piscine comunali, interviene Buongiorno Livorno

Piscine comunali, interviene Buongiorno Livorno
La piscina Camalich in via dei Pensieri

Piscine comunali. Bene comune da salvaguardare

A dicembre 2019 portammo in commissione consiliare i nostri dubbi in merito alle modalità di affidamento del servizio di gestione delle piscine livornesi, avanzando dubbi sulla regolarità delle procedure adottate dal Comune per l’affidamento e sulla convenienza rispetto alla scelta fatta, anche nel merito.Il Comune, infatti, il 31 luglio 2019 ha dato il proprio consenso al passaggio di tutte le quote di Officine dello Sport a Sport Management, nonostante lo schema di convenzione allegato al contratto di concessione prevedesse sì la possibilità di far subentrare altri soggetti rispetto agli originari affidatari, ma stabilendo che la maggioranza delle quote dovesse comunque restare nelle mani dei soggetti concessionari in origine.L’art. 11 dello schema di contratto infatti prevede che il concessionario possa costituire una società di progetto che subentri ai concessionari originari (come avvenuto con la costituzione della società Officine dello Sport S.r.l.) e che nuovi soci possano aggiungersi durante tutta la durata della concessione purché possiedano una partecipazione complessiva che non superi il 49% del capitale sociale della originaria concessionaria.

Il Sindaco ha deciso di seguire un’interpretazione flessibile di questa previsione contrattuale, sostenuto dal parere dell’ufficio legale del Comune, e ha valutato che Sport Management fosse un soggetto con tutti i requisiti richiesti per poter svolgere il servizio di gestione e manutenzione degli impianti sportivi delle piscine livornesi.Ciò che è accaduto è invece che Sport Management, anche a causa della situazione COVID , ma non solo, ha dovuto chiudere gli impianti e già ad inizio estate ha svuotato le piscine e iniziato a dichiarare la propria incapacità finanziaria nel garantire gli impegni presi con il Comune.Non solo: la Sport Management ha deciso di mettere in liquidazione la società Officine dello Sport per la propria incapacità di ricapitalizzare.

Per evitare questo il Comune avrebbe dovuto aderire alle richieste di Sport Management di triplicare il contributo che il Comune ogni anno versa al gestore pari a 200.000 euro, arrivando a dare la cifra consistente di 600.000 euro.Il Comune si vede adesso costretto a diffidare il gestore a riaprire gli impianti con minaccia di risolvere il contratto e chiedere i danni derivanti.Nel frattempo circola l’idea di fare un nuovo affidamento provvisorio e poi un nuovo bando decennale (il contratto attualmente in essere scadrebbe nel 2027).

A nostro parere, viste le esperienze degli ultimi venti anni e la situazione cui ci ha portato la privatizzazione della gestione degli impianti, lanciamo una proposta che non vuole essere una provocazione, ma un tema su cui riflettere seriamente e iniziare a costruire qualcosa di rivoluzionario rispetto al mondo cui siamo abituati: perché non valutare il ritorno ad una gestione pubblica diretta degli impianti sportivi?Le modalità possono essere molte: gestione diretta vera e propria da parte dell’Ente Locale, ma anche convenzioni tra più Enti, oppure affidamento a società a capitale interamente pubblico (il cosiddetto in house providing) o ad aziende speciali, anche consortili, costituite da uno o più enti locali.La gestione di un impianto sportivo – intesa come l’insieme di attività volte ad assicurare il funzionamento di un impianto e l’erogazione del servizio sportivo che nello stesso si svolge – rientra a pieno titolo nell’area dei servizi pubblici e, più in particolare, nell’ambito dei servizi alla persona o servizi sociali.Crediamo sia arrivato il momento di ridare la dignità che si merita a questo servizio, che trova le sue radici nell’art. 32 della Costituzione, per quanto l’attività sportivi sia strettamente connessa alla salute, ma anche nelle funzioni educative, di formazione della persona di sviluppo e crescita della nostra società.Come continuare a lasciare questo patrimonio alla mercé del primo imprenditore che passa?

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Riccardo Repetti

Nato a Livorno il 4 luglio 1956, compiuti gli studi superiori in specializzazione tecnica, ha coltivato da subito la grande passione per il giornalismo accompagnata dall’amore per la fotografia . Risale al 1986 il primo incarico professionale per la redazione livornese de "La Nazione", che dura fino al 1988, quando a ingaggiarlo è "Il Tirreno", Dal 1992 è iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, elenco pubblicisti. Concluso il rapporto di lavoro con "Il Tirreno”, dopo 31 anni il 31/12/2019 , dal primo gennaio di quest'anno svolge la libera professione. Attualmente dirige il notiziario on line pentanewslivorno

Un pensiero su “Piscine comunali, interviene Buongiorno Livorno

  1. Purtroppo in tutto questo, ci rimettono tutti i ragazzi che fanno agonismo , tutti i non deambulanti che hanno bisogno di fare corsi appositi in piscine, tutti i bambini piccoli che i genitori portavano a fare ” confidenza” col nuoto, tutti i disabili a cui il nuoto faceva benissimo e chi ne ha piu ne metta, senza che nessuno si prenda a cuore realmente la situazione e poi magari si spendono inutili soldi per fare via Galilei a senso unico con tanto di ciclabile.

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