PaP: tu ci chiudi , tu ci paghi, serve un reddito di cittadinanza .

PaP: tu ci chiudi , tu ci paghi, serve un reddito di cittadinanza .
Bar chiusi dopo le 18

In una nota Potere al Popolo commenta cosi’ il DCPM del 26 ottobre :

Come Potere al Popolo Livorno eravamo presenti al presidio davanti alla Prefettura indetto da alcuni commercianti che si sono visti in pratica chiudere le loro attività dall’ultimo DPCM.

Non sappiamo esattamente chi siano gli organizzatori, ma capiamo la rabbia di chi, tra lavoratori dello spettacolo, titolari di palestre e tutto il settore lavorativo, vede oggi chiuse la sua attività per decreto. Settori questi che inoltre vedono una forte presenza di lavoro nero, con lavoratori e lavoratrici senza un contratto con cui accedere ai sussidi del governo. 

Abbiamo visto in questi giorni altre manifestazioni simili in altre città, perchè giustamente la gente non può accettare le vaghe promesse del premier Conte che “presto” arriveranno misure a sostegno di chi non potrà stare aperto.

Quello che non condividiamo però sono alcune parole d’ordine che riteniamo sbagliate, e cioè sentir dire: NO al nuovo DPCM, NO a nuove chiusure e restrizioni.

Le restrizioni servono eccome perchè l’andamento dei contagi, purtroppo anche nella nostra città, sta aumentando esponenzialmente. C’è da chiedere al governo che dia compensazioni a questi lavoratori, e che li prenda da chi ha grandi patrimoni.

Serve redistribuire la ricchezza. E sostenere chi in questo momento non può svolgere la sua attività lavorativa per motivi di salute e sicurezza, sua e degli altri cittadini. Serve una patrimoniale.

Il Governo temporeggia, sotto il ricatto di Confindustria e degli indicatori economici. Gli ospedali si riempiono e la vita nelle aree più colpite dalla crisi è diventata insostenibile.

Si è scelto di “non gestire” la pandemia, perchè farlo avrebbe dovuto prevedere un’opera imponente di redistribuzione della ricchezza dall’alto verso il basso della società.

Senza poche linee guida è impossibile pensare di uscire da questa catastrofe che abbiamo già pagato cara, e che potremmo pagare carissima a breve, in termini di sopravvivenza di migliaia di persone.

 – mettere al centro delle priorità politiche SALUTE e REDDITO. È il capitalismo che li contrappone, in maniera disumana. Non assecondiamo questa logica, ne va della nostra pelle.

– redistribuire la ricchezza immediatamente. E’ una follia pensare di massacrare ulteriormente il lavoro dipendente tassandolo per finanziare sussidi a pioggia nella società. TASSIAMO I MILIARDARI, I RICCHISSIMI, RECUPERIAMO DAI GRANDI EVASORI.

– sono tantissime le categorie sociali colpite economicamente dalle misure anticovid. Per tutelare le fasce più deboli e che sembrano non rientrare nei progetti di nessun DPCM – soprattutto i lavoratori precari, quelli a nero, i disoccupati, etc. – è necessario un reddito di emergenza.

– pianificare la società in cui vogliamo vivere: potenziamo il trasporto pubblico locale, puntiamo sulla sanità pubblica e stravolgiamola mettendo al centro prevenzione e medicina territoriale, costruiamo la scuola e l’università del futuro. Non è possibile sostenere chiusure o riaperture momentanee senza organizzare degnamente la vita dei cittadini.

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Riccardo Repetti

Nato a Livorno il 4 luglio 1956, compiuti gli studi superiori in specializzazione tecnica, ha coltivato da subito la grande passione per il giornalismo accompagnata dall’amore per la fotografia . Risale al 1986 il primo incarico professionale per la redazione livornese de "La Nazione", che dura fino al 1988, quando a ingaggiarlo è "Il Tirreno", Dal 1992 è iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, elenco pubblicisti. Concluso il rapporto di lavoro con "Il Tirreno”, dopo 31 anni il 31/12/2019 , dal primo gennaio di quest'anno svolge la libera professione. Attualmente dirige il notiziario on line pentanewslivorno

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