Il PC presenta i candidati alle elezioni regionali

Il PC presenta i candidati alle elezioni regionali

Lenny Bottai – Capolista in tutta la Toscana.
Benedetta De Vanni – Studente
Simone Mazzantini – Studente
Maria Amendola – Impiegata
Daniele Giovannetti – Operaio
Aldo Galeazzi – Lavoratore spettacolo
Lucrezia Draicchio – Impiegata
Tiziana Bartimmo – Pensionata
(assente nella foto)

L’emergenza Covid ha ridotto la necessità della raccolta firme ad un terzo di quelle inizialmente previste, ciononostante Livorno aveva già chiuso la raccolta alla cifra iniziale con 800 firmatari. �In un solo anno di lavoro in città il Partito Comunista si è ben radicato tra i lavoratori ed in molti quartieri popolari. L’importanza di rappresentare Livorno in regione dietro questo simbolo è difatti basilare per ricordare che la visione Firenze centrica di Giani, come del suo predecessore Rossi, finirà di distruggere l’economia di questo territorio, ridotto ad una pattumiera della toscana nei suoi progetti, mettendo molte famiglie sul lastrico. L’alternativa populista destrorsa Ceccardi significherebbe altrettanto un disastro, ciò che vediamo a Pisa ne è un palese esempio, neppure nell’unico tema su cui giocano la loro campagna elettorale (sicurezza/degrado) sono riusciti a migliore la città, ma bensì a peggiorare la situazione come denunciato recentemente dal Sindacato di Polizia pisano. �Queste due facce della stessa medaglia si sono alternate in questo paese negli ultimi vent’anni dimostrando che non hanno risposta per i temi importanti: casa, lavoro, scuola, sanità, per l’asservimento alla trojka europea con continui tagli ai diritti. L’Italia è un paese dove sempre meno persone accumulano ricchezza e sempre più persone stentano ad arrivare a fine mese. L’emergenza sanitaria l’ha dimostrato: davano soldi alla FCA, che ha sede in Olanda per pagare meno tasse, e in attesa per la cassa integrazione c’erano milioni di operai; tessevano lodi agli eroi medici e infermieri in Lombardia ma facevano leggi per esautorare i datori di lavoro dalle responsabilità nei loro confronti, anche in caso di negligenze gravi, se contraevano il virus; mentre davano miliardi all’Unione Europea e alla NATO, chiudevano negozi a cui offrivano solo prestiti, le partite IVA finivano sul lastrico e le grandi aziende che producevano in deroga per il veto di Confindustria sul lockdown, con i contagi che aumentavano nelle fabbriche. �I primi dieci paperoni del paese hanno 100 miliardi di patrimonio e fanno la bella vita mentre 5 milioni di persone vivono in soglia di povertà ed il reddito medio è di 1200€ al mese, con il 15% di lavoratori che vive con 8000€ l’anno e la forbice tra stipendi dei manager e degli operai aumenta e diventa un record europeo. Mentre ciò accade la destra parla solo di degrado e immigrati, senza mai dire poi chi li causa, viaggia nei quartieri popolari sfruttando la rabbia di chi vive il disagio, ma senza dire che è colpa della distribuzione di ricchezza e diritti, e senza dimostrare poi dove governa come si fa, tanto la cosiddetta sinistra pensa a salvare le banche ed i Benetton mentre cancella l’articolo 18 e si inventa il jobs act. Ma il cancro è la povertà che avanza e nessuno lo dice, e il vero degrado è la mancanza di risposte della politica spazzatura. �Noi siamo lontani da questi due mostri, come dal terzo in comodo che a fasi alterne li sorregge ed ha tradito tutti i suoi cavalli di battaglia come i Cinque Stelle (spese militari, UE, EURO, TAV, TAP, no alleanze). Questi entrati nella stanza dei bottoni da anti-casta sono diventati casta, politici di professione, pensiamo al Ministro Costa che in qualità di Ministro degli italiani (tutti) in un’intervista recente ha detto che il progetto del mega inceneritore ENI di Livorno si potrebbe bloccare, ma probabilmente solo se venisse eletta la Galletti, come se l’Italia fosse un paese dove vige il federalismo e il Ministro dell’ambiente non contasse più niente. Pubblicità di partito dagli anti partiti, e da un ruolo che dovrebbe astenersi da questi spot sotto elezioni.
Sono tutti la stessa identica cosa. Fanno gli interessi delle classi dominanti a discapito di quelle popolari.

Il Partito Comunista propone un ribaltamento del sistema vigente, unica soluzione per non finire sul lastrico in un paese dove il patrimonio non manca affatto, è semmai accumulato nelle mani sbagliate: l’1% del paese che detiene la ricchezza del 70% più povero. Un dislivello assurdo.

Chi siamo? lavoratori e lavoratrici, precari, disoccupati, studenti. Lavoratori invisibili dello sport e del terzo settore, come dello spettacolo, abbandonati dallo stato. Facce giovani, nessun capello bianco – con tutto il rispetto per chi ne ha – ma per dire che le nostre idee non sono affatto nostalgiche e sono più attuali e impellenti che mai oggi. Anche perché il capitalismo è ben più vecchio e in molti casi i partiti votati al liberismo vengono appoggiati da religioni millenarie.

Chiediamo al popolo livornese lo sforzo di aiutare questa realtà fatta di volontari che si auto-tassano, questo partito che deve combattere con colossi finanziati dai ricchi che spenderanno migliaia di euro per le loro campagne elettorali, di divenire come avveniva un tempo i moltiplicatori del nostro messaggio. La regione è il centro di potere attraverso il quale passano le decisioni che disegnano il futuro della città. Serve avere una rappresentanza popolare vera e non fasulla.
La politica è vita della comunità, amore per il territorio, questo il nostro incipit, qui nessuno cerca poltrone, quelli li teniamo lontani, ecco perché per statuto in caso di elezione tutti rinunceranno alla parte eccedente dello stipendio pari a quello di un operaio, lasciando il resto alla lotta per la trasformazione della società e alla crescita del partito stesso, per essere sempre dalla parte di chi vive i problemi della società reale e non vivere mai al di sopra di essa.
Esiste un solo voto utile: quello di chi fa gli interessi della vostra classe di appartenenza. Chi vi ha detto che questa idea è passata, l’ha fatto solo per accomodarsi nel sistema capitalista ed incassare lauti stipendi svendendo le sue idee. Chi ha voluto raccontare di poter conciliare l’inconciliabile: se pochi hanno molto, tanti hanno poco. Se siete ricchi quindi, grandi imprenditori, se la società a cui ambite è questa, dove chi rimane indietro pensate che ha le sue colpe, perché è giusto così, non ci votate, non faremo mai i vostri interessi.

“noi siamo il sangue nuovo nelle arterie della città”.

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Riccardo Repetti

Nato a Livorno il 4 luglio 1956, compiuti gli studi superiori in specializzazione tecnica, ha coltivato da subito la grande passione per il giornalismo accompagnata dall’amore per la fotografia . Risale al 1986 il primo incarico professionale per la redazione livornese de "La Nazione", che dura fino al 1988, quando a ingaggiarlo è "Il Tirreno", Dal 1992 è iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, elenco pubblicisti. Concluso il rapporto di lavoro con "Il Tirreno”, dopo 31 anni il 31/12/2019 , dal primo gennaio di quest'anno svolge la libera professione. Attualmente dirige il notiziario on line pentanewslivorno

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