Il M5S lancia la proposta “la casa di cittadinanza”
Il reddito di cittadinanza è una misura importantissima che ha portato ottimi risultati per migliorare la vita delle persone e che, dal nostro punto di vista, potrebbe avere ulteriori potenzialità già insite nel modo in cui è stato pensato e funziona attualmente. Quella che abbiamo presentato oggi è una proposta migliorativa del Reddito di Cittadinanza che tiene di conto dell’attuale crisi economica post-Covid e di un maggiore focus sul tema dell’emergenza casa. Tale proposta è stata inserita nel programma di Irene Galletti e del Movimento 5 Stelle a livello regionale ed è stata sottoposta al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che si è dimostrato interessato al tema ed alla sua applicazione pratica-
Tale proposta, che noi abbiamo chiamato “Casa di cittadinanza”(Cdc) assume che se ogni nucleo familiare ha un alloggio ne guadagna fortemente la salute pubblica poiché la casa è un fondamentale determinante sociale di salute del nucleo familiare.
Ma per il disallineamento tra redditi e mercato delle locazioni, oggi, si può avere un reddito, di cittadinanza o meno, ma non avere o rischiare di perdere la casa per la difficoltà di pagare l’affitto. Questo è il paradosso a cui risponde il concetto di Casa di cittadinanza. Se chiedessimo al nucleo familiare una preferenza sul mantenere il reddito o l’alloggio, molto probabilmente risponderebbe l’alloggio.
Lo strumento della casa di cittadinanza potrebbe essere unarisposta tempestiva anche al peggioramento della situazione dell’emergenza abitativa che, innescata dal Covid, non si è ancora manifestata in tutta la sua gravità, solo grazie al blocco degli sfratti decretato dal Governo fino al 31.12.2020.
La casa di cittadinanza può contenere la quota di sfratti e pignoramenti per mancato pagamento delle rate del mutuo e successivamente essere estesa ad altre casistiche.
Nel programma di Irene Galletti è contenuta una sperimentazione di livello regionale della misura che dovrebbe portare a:
1. imprimere una spinta al mercato degli affitti; 2. disincentivare le occupazioni abusive o comunque togliere eventuali alibi agli occupanti; 3. proteggere, specialmente i piccoli proprietari, dalla morosità incolpevole degli affittuari; 4. aumentare la disponibilità di case popolari da destinare ai nuclei regolarmente in graduatoria; 5. facilitare l’emersione dell’affitto pagato al nero.
Il meccanismo, si fonda sulla Quota B del Reddito di Cittadinanza (la parte dedicata all’affitto o al mutuo) e intende rispondere alla “criticità”
delle garanzie che i proprietari di casa esigono per affittare un alloggio e che spesso impedisce che il contratto vada in porto.
La Casa di Cittadinanza consente di sostenere un affitto o un mutuo attraverso una Quota B del Rdc non più fissa a 280 € per gli affitti ed a
150 € per i mutui, come è adesso, ma libera di variare insieme alla Quota A in funzione dell’effettiva necessità del nucleo familiare. Il pagamento dell’affitto o del mutuo attraverso la Quota B verrebbe in questo modo garantito al proprietario dallo Stato.
Di seguito la tabella che simula le variazioni della Quota A e B in funzione dell’affitto di un alloggio: