BOTTAI (PC) : si spara ai circoli storici per intimidire e allontanare la socialita’

BOTTAI (PC) : si spara ai circoli storici per intimidire e allontanare la socialita’

Le considerazioni di lenny bottai ( PC Livorno) sugli ultimi fatti di cronaca:

Alcuni quartieri di Livorno vivono da tempo situazioni pesanti, i comunisti, che sono da sempre al fianco delle masse popolari e dei lavoratori, non possono esimersi, come fa una certa sinistra, dal rilevare e dire le cose come stanno. Il negazionismo è deleterio come ogni forma di strumentalizzazione politica, molti dei nostri iscritti, militanti e dirigenti, compreso il sottoscritto, in certe situazioni ci vivono oltre ad esserci cresciuti, pertanto non saremmo di certo noi a dire che “è solo la percezione” oppure ad illuderci che possano esistere soluzioni al “marzapane” tipo dare “punti di ascolto” come ha fatto il PD in una zona dove il problema è la notte e non il mattino.

Tuttavia, sappiamo anche che dentro questa verità ci sono altre verità che non debbono essere celate per mera propaganda elettorale, come fa una certa destra e la sinistra che non è nient’altro che l’altra faccia della stessa medaglia. La prima è che il crimine è internazionalista, che se la manovalanza trova spesso braccia in alcune fasce sensibili, spesso immigrati è inutile negarlo, ai vertici e tra i colleghi ed i consumatori, ci sono italianissimi, quindi pensare di tagliare la coda e non la testa al serpente non cambia niente. Ecco perché la strumentalizzazione politica destrorsa spiega da subito che il problema non è analizzare e risolvere ma solamente catturare sentimenti per trasformarli in voti, perchè il problema è oggettivo ma la soluzione no. 

C’è poi una grande contraddizione, che è quella di sovrapporre il piano dell’Ordine Pubblico e della sua gestione con quello politico. Noi diciamo che serve trasformare la società per affamare la criminalità che trova braccia nei quartieri di serie B e serie C, creati ad arte, dove si capta “operai” nelle fasce sensibili e si stimola l’alieazione fornita da certe sostanze. Serve costruire una società quindi che sappia dare risposte concrete che cambiano le condizioni di vita di tanti, a partire dal lavoro per finire alla casa, alla scuola e alla sanità, i quali insieme ad una diversa cultura sui reali valori da promuovere su come vivere in una comunità, possono invertire le tendenze individualiste che ormai hanno preso il largo in molti quartieri, dove prima si scendeva tutti per strada per gestire il proprio vivere comune ed oggi ci si chiude dietro qualche tablet, computer o smartphone, per sfogare la rabbia accumulata senza trovare soluzione. Il controllo popolare delle persone sui quartieri è una pietra miliare sulla quale costruire una società diversa, collettiva e non individualista, senza fare sconti a nessuno con tabù che appartengono più ai cattolici che ai proletari.

Prima in certi quartieri tutto passava dalla sezione del Partito, oggi si spara ai circoli storici per intimidire e allontanare dagli avamposti di socialità, che invece vanno tutelati e ripristinati come in origine. Questi possono essere gli strumenti della politica, il resto è competenza di chi – per mestiere – deve controllare, indagare e dove necessario reprimere certi reati. 

Stranamente però chi pone critiche alla vivibilità di alcune zone della città non entra in contrasto con chi, come il Prefetto, a fine 2019 aveva dichiarato soddisfazione per il calo dei reati, e tra le lamentele delle persone che vivono certe zone non si riporta mai l’assenza di controlli. Si chiedono insomma presidi H24 quando in pratica al momento latitano anche quelli a chiamata, come è capitato proprio al sottoscritto qualche sera fa, si risponde “non abbiamo volanti” ad una donna che chiede aiuto. Ecco che sorge qualche dubbio, se per una banalissima foto sul cofano di una volante a fronte di decine di crimini impuniti vissuti ogni giorno si procede all’identificazione e l’espulsione dell’esibizionista in causa, senza domandarsi poi da dove viene fuori quella foto, fatta da un evidente complice (oppure da chi l’ha commissionata), il dubbio è che si tratti di una doppia presa per i fondelli nei confronti dei livornesi che vivono certe situazioni.Se la campagna elettorale della destra, notoriamente gestita da una macchina mediatica a pagamento assai nota che produce ad arte certe situazioni, come il famoso gatto arrostito o l’auto rigata a Cisanello a quella che poi si scopre è colei che ha scritto la biografia a Salvini, viene quindi coadiuvata da chi dovrebbe sentirsi offeso e criticato nel suo mestiere, il rischio è quello di trasformare l’OP in strumento elettoralista che non risolve la vita dei cittadini che vivono certi quartieri ma al contrario la strumentalizza e basta.

Del resto a Pisa, dove questa coalizione governa, certe situazioni non sembrano affatto scomparse, anzi, pochi giorni fa hanno svaligiato per l’ennesima volta un bar famoso sui lungarni. Oggi internet è a portata di tutti, in alcune città abruzzesi, gestite da questa coalizione che qui vuole l’esercito nelle piazze e i presidi H24, in una regione gestita anch’essa completamente dalla destra, si lamentano escalation di racket, furti, e quanto altro si vive in altre città gestite dalla sinistra o dai cinque stelle.

Appare ovvio, perchè il modello di sistema non cambia con le diverse facce della stessa medaglia. Nessuno di questi moltiplica il lavoro, redistribuisce la ricchezza, cancella i quartieri e le zone di serie A, dove vivono certi politici, e quelle di serie B e C dove vivono le classi popolari, perché non punta ad una diversa gestione collettiva della società; come nessuna di queste forze si è mai opposta alle politiche che l’immigrazione la creano (guerre, neocolonialismo, distribuzione di ricchezza), come ai piani dell’Europa di trasformare una nazione cuscinetto come l’Italia in un grande centro di accoglienza che vincola chi sbarca a rimanerci (si chiama trattato di Dublino, sottoscritto e ratificato da governi di destra e di sinistra).

 Quella che vediamo pertanto è solo campagna elettorale, considerabile normalità, alla quale i cittadini giustamente preoccupati di alcune zone possono anche abboccare, ma passeranno solamente dalla padella alla brace. Ciò che tuttavia non appare normale è che i candidati della destra si facciano belli arrivando in certe situazioni, raccontando di poterle risolvere e di essere personalmente dei ponti di comunicazione con Prefetto e Questore, i quali, i cittadini, dovrebbero ascoltarli senza che a promettere tanto sia un candidato della destra magari poliziotto di mestiere. Che producono e pubblicano foto che generano espulsioni senza dire dove le hanno prese e senza ricordare che ogni giorno avviene molto di più grave di una foto sul cofano di una volante, ma nessuno muove foglia.

Qualcuno deve iniziare a rendere conto alla comunità del fatto che, puntualmente, a ridosso delle elezioni certi episodi si moltiplicano, e non si possono vedere spot elettorali di candidati che conducono arresti di occupanti abusivi, già segnalati da centinaia di firme, con tempistiche degne di Hollywood dove all’unisono compaiono tutte le FdO, le TV ed i giornali. Tra un paio di mesi tanto, senza cambiare una virgola, i quartieri popolari rimarranno i soliti che vinca Giani o la Ceccardi, perchè sono due facce della stessa medaglia. Noi comunisti invece vogliamo il controllo dei quartieri alle masse popolari, ai lavoratori di ogni provenienza a discapito degli sciacalli di ogni provenienza, proletari che rivendicano la stessa dignità dei quartieri bene dai quali certi politici, non a caso, provengono.
Lenny Bottai – Segretario Partito Comunista Livorno

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Riccardo Repetti

Nato a Livorno il 4 luglio 1956, compiuti gli studi superiori in specializzazione tecnica, ha coltivato da subito la grande passione per il giornalismo accompagnata dall’amore per la fotografia . Risale al 1986 il primo incarico professionale per la redazione livornese de "La Nazione", che dura fino al 1988, quando a ingaggiarlo è "Il Tirreno", Dal 1992 è iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, elenco pubblicisti. Concluso il rapporto di lavoro con "Il Tirreno”, dopo 31 anni il 31/12/2019 , dal primo gennaio di quest'anno svolge la libera professione. Attualmente dirige il notiziario on line pentanewslivorno

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