Bottai (PC): ripensare la gestione dell’Africa con rapporti bilaterali e di cooperazione internazionale

Bottai (PC): ripensare la gestione dell’Africa con rapporti bilaterali e di cooperazione internazionale
migranti (free press)

La contraddizione della deficitaria accoglienza stipulata dal PUL (Partito Unico Liberista) impegnato in anni di governi genuflessi al capitalismo europeo, ci hanno portato in questa situazione di difficoltà di gestione dei flussi migratori, che oggi, in piena emergenza Covid, esplode con le rivolte di chi é stato accolto con un sistema deficitario e siccome svolge spesso lavori in nero per mandare soldi a casa, per mantenere le famiglie, vedebdisi trattenuto per alcuni casi positivi, in lunga attesa di eseguire i tamponi, impazza. I due fronti liberisti (destra e sinistra) adesso mostreranno le loro <<non posizioni>>: uno darà addosso agli immigrati mentre l’altro li difenderà, ma questo posizionamento servirà solo ad eludere le responsabilità di accondiscendenza verso i diktat europei che con il regolamento di Dublino avevano previsto tutto già tanti anni fa.

L’Italia difatti, in quanto paese cuscinetto tra nord Europa e Africa, era geograficamente destinata ad accollarsi le problematiche di gestione dell’emorragia umana derivante da anni di neocolonialismo, indebitamento e continuo depredare delle terre africane ricche di risorse ma povere di sovranità. Dublino infatti obbliga il paese dove questi sbarcano a trattenere e gestire i malcapitati, anziché permettergli di raggiungere il nord Europa dove spesso hanno parenti e quindi vorrebbero andare. Eppure nessuno dei partiti di questi signori che urlano oggi, nemmeno della destra che vuole chiudere porti e frontiere e parla di sovranismo, si è mai opposto quando governava a questo disegno.

Dublino nasce infatti con il governo Berlusconi II (2003) ed è stato ratificato più volte con la compiacenza dei vari governi (destra, sinistra e post ideologico) che si sono succeduti senza mai mettere in discussione la condanna dell’Italia a divenire un enorme centro di accoglienza in cambio di soldi che, di anno in anno, sono poi diminuiti (le famose 35€, ricordate? Quelle non andavano ai migranti ma a chi li gestiva, che non é nemmeno il problema quanto invece il regolamento stesso e il meccanismo malato da cui nasce). Per risolvere il problema complesso, non è possibile pensare ad una soluzione semplice, ma semmai al profondo ripensamento in toto della gestione dell’Africa con rapporti realmente bilaterali di cooperazione internazionale e sviluppo del terzo mondo, smettere di ammazzare i Sankara, i Neto, i Lumumba e i Gheddafi, anziché favorire l’instaurazione di oligarchie compiacenti che svendono risorse in cambio di soldi o tangenti, come é successo con ENI finita su Report proprio per questo.

La Cina, ad esempio, nel recente trattato del summit sino-africano ha annunciato 60 miliardi di dollari di investimenti per la creazione di infrastrutture, al fine di generare condizioni di crescita del continente africano, ovviamente in cambio di risorse, ma almeno come scambio equo, tangibile, al contrario delle citate tangenti di ENI i cui vertici sono stati addirittura recentemente condannati. Senza l’inversione di questa tendenza, non cambieranno mai le condizioni che generano i flussi migratori, comodi al capitalismo per favorire schiavi a basso costo, distruggere i diritti ed abbassare i salari, dare la colpa del deficitario stato sociale, alzare la domanda a cospetto dell’offerta da questa parte di mondo, oppure risolvere problemi di dislivelli di costi di produzione con riforme come quelle appena attuate dalla Bellanova, che sono forme di schiavitù legalizzata per colmare i costi delle produzioni locali data l’impossibilità di far fronte alle multinazionali agricole che in Africa coltivano libere sottraendo terre e importano a basso costo.

Questo è il meccanismo che genera il problema delle migrazioni che l’UE non vuole fermare per non fermare i profitti delle classi dominanti. Nel nostro paese tuttavia il dibattito si ferma a “porti aperti” VS “porti chiusi” , uno specchietto per le allodole dal momento che il grosso delle migrazioni non arriva poi dalle navi delle ONG – che tanto fanno parlare su giornali e TG – ma autonomamente, indipendentemente da questa scelta che è solo showbusiness.

Ma sono queste navi, la sua gestione, il riflesso mediatico del <<Rakete VS Salvini>>, dei Richard Gere di turno in caritatevole vista a catalizzare il dibattito in maniera che nessuno tratti la questione per come deve essere trattata, cioè politicamente. Cosa c’entra tutto questo con i problemi nei centri di accoglienza, locali e non solo?

Se apparentemente non c’entra granché in realtà é ciò che genera il tutto, e fino a che avremo una destra che specula su quanto sono stati cattivi e irriconoscenti nel rivoltarsi e una sinistra che si sofferma a dare dei razzisti ai primi e dire “poverini”, trasformando il tutto in una lotta emotiva, nessuno metterà in discussione il sistema economico e politico che crea il problema della gestione dei flussi e soprattutto un esercito di schiavi pronti all’utilizzo elettoralista dei due fronti.

Al di là delle valutazioni personali ed umane, emotive, empatiche, dei buonismi o dei cattivismi generati dalle notizie, la politica deve indicare colpevoli e soluzioni, tra i colpevoli diretti non ci sono italiani o stranieri che non hanno fatto parte di queste decisioni, ma le subiscono, e tra le soluzioni c’è la rottura dei trattati europei, ma il bipolarismo italiano garantito dai media, dove o vince la Lega e i Fd’I o vince il PD é M5S, quelli che non metteranno mai veramente in dubbio un loro prodotto.Federazione di Livorno Partito Comunista Il segretario Lenny Bottai

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Riccardo Repetti

Nato a Livorno il 4 luglio 1956, compiuti gli studi superiori in specializzazione tecnica, ha coltivato da subito la grande passione per il giornalismo accompagnata dall’amore per la fotografia . Risale al 1986 il primo incarico professionale per la redazione livornese de "La Nazione", che dura fino al 1988, quando a ingaggiarlo è "Il Tirreno", Dal 1992 è iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, elenco pubblicisti. Concluso il rapporto di lavoro con "Il Tirreno”, dopo 31 anni il 31/12/2019 , dal primo gennaio di quest'anno svolge la libera professione. Attualmente dirige il notiziario on line pentanewslivorno

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